martedì 11 settembre 2007

Riflessioni...

Un altro prezioso contributo del nostro direttore artistico...

Dopo giorni di gran parlare da parte dei media e giornali nel descrivere anche nei minimi particolari la vita del grande scomparso Luciano Pavarotti, rifletto molto su quanto la morte per ognuno di noi non è altro che uno specchio nel quale si riflettono e si rivivono tutti gli avvenimenti della nostra vita terrena.
Quando accade a un grande della musica, credo che il vuoto che lascia è incolmabile.
Ti accorgi piano piano incredulo di quello che accade e ti scontri con la dura realtà.
Per una persona che ama la musica come me e la vive ogni giorno, diventa ogni volta sempre più difficile e duro accettare queste perdite.
Anche se abbiamo avuto solo la fortuna e il dono di ascoltarli (magari qualche volta in concerto) e non di conoscerli personalmente, la musica ha creato un legame vivo e intenso tra noi e questi musicisti straordinari, messaggeri nel mondo.
Ho sempre dentro di me la sensazione che questi talenti straordinari, questi geni musicali, non possano morire mai, che siano immortali per la loro capacità di creare quella magia di sentimenti ed emozioni e pensare che la loro arte sia immortale.
Musicalmente e umanamente mi aspetto sempre qualche dono nuovo da loro, nuovi progetti, nuovi insegnamenti e quando si scopre la dura realtà il vuoto dentro noi diventa enorme.
Ho appreso ora la notizia che un altro grande da me venerato, Claudio Abbado, ha dovuto lasciare per motivi di salute, gli impegni delle sue due ultime creazioni orchestrali: l’orchestra Mozart e l’orchestra di Lucerna.
Non ho mai visto nessun direttore piegarsi al volere della Musica come ha fatto lui e ora, piegarsi purtroppo alla realtà della malattia.
Spero di risentirlo a Novembre a Bologna e rivederlo in piena forma.
Un 2007 triste e sempre più vuoto.
Il 27 aprile è mancato uno dei più grandi violoncellisti e direttori d'orchestra che la storia ricordi: Mstislav Rostropovic.
Di lui, buona parte di noi ha un'immagine nitida nella memoria: 1989, la caduta del muro di Berlino, e quest'uomo con il suo fido violoncello che suona, attorniato da una piccola folla.
Rostropovic è stato un uomo che ha dedicato la vita intera alla musica. La differenza tra lui e gli altri musicisti, dotati di capacità ma in fondo mestieranti delle sette note, risiede in quello che lui riusciva a produrre nelle persone che lo ascoltavano.
Il talento cattura la fantasia delle persone. E' capace di una energia talmente assoluta, da indurre l'individuo a fermarsi e comprendere che ha assolutamente bisogno di quell’arte.
Di uomini come Pavarotti, Rostropovic, Bernstein ne abbiamo bisogno…. abbiamo necessità della loro musica e della loro umanità.
Purtroppo il mondo ne possiede sempre meno.
Sono talenti rari….rarissimi
Abbiamo bisogno di queste figure musicalmente carismatiche.
Con il loro straordinario talento che, così perfetto ci sembra provenire da un altro mondo, ci rendono uomini migliori e veri cittadini del mondo.

Claudio

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