giovedì 31 maggio 2007

Rumi


E adesso, come promesso, parliamo di Rumi.

Maulānā Gialāl al-Dīn Rūmī (Balkh, Afghanistan 1207 - Konya, Turchia 1273) è un poeta e mistico persiano.

Da molti considerato il più grande poeta mistico di tutti i tempi, è senz'altro una delle figure più amate del Sufismo ed il suo insegnamento ha lasciato larga eco in un'area asai vasta, che abbraccia la Turchia, l'Iran, l'Afghanistan, fino all'India. A Konya, in Turchia, fondò una confraternita di cui fu poi la guida fino alla morte; si tratta dei dervisci. Celebri per la figura di danza in tondo da loro praticata, tradizione che è sopravvissuta, in forma di spettacolo turistico, anche dopo l'abolizione del sufismo nella Turchia moderna. A Konya, infatti, il mausoleo del poeta è oggi meta di pellegrinaggi di numerosi visitatori.

Due eventi spirituali furono determinati nella vita di Rūmī. Uno fu l'incontro con il misterioso personaggio noto come Shams-i Tabrīz ("il sole di Tabrīz"), suo maestro spirituale che sembra sia stato uno dei quei tipici dervisci vaganti, simili per certi versi agli jurodivyj russi, un "pazzo sacro" di indiscutibile fascino. Il secondo fu la conoscenza, a Damasco, con Ibn al-Arabi, grande mistico islamico, tra i più grandi teorizzatori della wahdat al-wujūd o "unità dell'essere". Rūmī riesce a fondere in modo perfetto l'entusiasmo inebriato di Dio di Shams-i Tabrīz, con le sottili elucubrazioni e le visioni di Ibn al-Arabi. La realtà terrena, sostiene esplicitamente Rūmī, non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà.

Le opere principali di Rūmī sono due, uno è il Dīvān o canzoniere, noto come Divan-i Shams-i Tabrīz ("Canzoniere di Shams-i Tabrīz"). L'appellativo è anche esteriormente, ben meritato, trattandosi di una raccolta di odi veramente immensa. L'altro è un poema lungo a rime baciate, forma che si chiama comunemente in persiano "Masnavī" e noto appunto come Masnavī-yi Mànavi ("Masnavī spirituale"). È stato definito un Corano in lingua persiana, e consiste di più di 26.000 versi doppi, in sei volumi o "daftar", ciascuno preceduto da una elegante prefazione in prosa araba. Un altro libro, dal curioso titolo arabo Fihi ma fihi ("c'è quel che c'è") raccoglie dichiarazioni in prosa del maestro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il sufismo ha sempre un maggiore importanza al giorno d’oggi, per diversi motivi. Uno di questi è rappresentato dalla possibilità di dialogo tra Cristianesimo e Islam, contro quelle forme ideologiche di queste religioni che pure esistono e che portano incomprensioni e conflitti.